Ti sei mai chiestə quali sono i principali motivi per cui il progetto a cui stai lavorando o su cui hai lavorato in passato è stato un fallimento?
I motivi possono essere diversi, ma ce ne sono 5 più comuni. Se li conosci li eviti? Forse si, o forse no, se il primo errore che fai è proprio questo…
1. NON IMPARI DAI TUOI ERRORI
Errare è umano, perseverare è diabolico. Se cadi sempre nello stesso errore come un disco inceppato, forse è il caso di fare una revisione a tutto l’impianto.
Se è vero che chi fa sbaglia, commettere sempre gli stessi errori è indice di abitudini, comportamenti, modi di pensare che vanno scardinati e rivisti dalla base.
Cosa fare:
Scrivi. Alla fine del progetto, breve o lungo che sia, fai una vera e propria revisione di tutto quello che non ha funzionato e di quello che avresti potuto o dovuto fare diversamente. Quali sono gli elementi su cui devi operare per evitare il ripetersi: competenze, strumenti? O altro?
2. RENDI LE COSE PIÙ DIFFICILI DI QUELLO CHE SONO
La soluzione migliore è quella più semplice, ma noi siamo bravissimə a perderci in processi tanto complessi quanto inutili, perdendo di vista lo scopo di quello che stiamo facendo.
Se il tuo compito è arrivare in Cina, nessuno ti costringe ad arrivarci in ginocchio sui ceci. A volte utilizziamo sottili forme di masochismo che non servono a nulla e a nessuno.
Nessunə ti darà un premio per averci messo più fatica. Il tuo premio sarò l’obbiettivo raggiunto, il risultato ottenuto, il progetto concluso. Se puoi farlo sprecando meno energie, perchè arrovellarti lungo una strada tutta in salita?
Cosa fare:
Rimani focalizzatə sul risultato che vuoi ottenere. Mettilo nero su bianco e riguardalo spesso: sarà il tuo faro per tracciare la rotta.
3. NON CAMBI MAI PUNTO DI VISTA
“Seguire una direzione nuova aiuta a trovare formaggio nuovo” (Da “Chi ha mangiato il mio formaggio“)
Scrive così Ridolino per incitare sé e il suo compagno Tentenna quando Il formaggio nella Stanza è finito. A differenza da ciò che sembra, questo libro non è una favola per bambini. O meglio, non solo per bambini perchè racchiude una filosofia di approccio alla vita che va ben oltre l’apparenza. (E se non l’hai ancora letto, te lo consiglio: un’ora o poco più di lettura che vale la pena).
L’essere umano per sua natura è contrario al cambiamento. Anche quando è consapevole che è utile, a volte necessario se non indispensabile. Ma ogni tanto vale la pena fare un salto in un’altra storia, affondare il naso in trame diverse, trovare un’altra voce narrante che dia alla nostro racconto una svolta diversa.
Cosa fare:
Approcciati al problema come fosse la prima volta che lo vedi. Fatti domande con curiosità da principiante o con lo sguardo di un bambino. Se devi rivedere un processo, un flusso, una sequenza, prova ad usare l’approccio bottom-up.
4. NON HAI CONSIDERATO GLI OSTACOLI
Il pensiero positivo per cui (banalizzalizzando) “se penso che andrà tutto bene, tutto andrà bene”, figlio della legge dell’attrazione formulata tra i primi da Emile Coué e diventata famosa attraverso “The secret” di Rhonda Byerne, derivanti da una semplificazione estrema di un pensiero anticipo molto più complesso, ha fatto tanti proseliti quante vittime. Ma come sottolinea Jorge Ferrer, “non siamo noi ad attrarre gli eventi, ma sono gli eventi che attraggono noi.”
Per quanto tu possa concentrarti su un futuro roseo e privo di spine, la realtà ti porrà di fronte ad ostacoli che, se previsti o preparati ad affrontare, non riusciranno (quasi mai) a fermare i nostri propositi.
Cosa fare:
Usa il metodo WOOP (Whis, Obstacle, Outcome, Plan) ideato da Gabriele Oettingens e chiediti quali sono gli ostacoli che puoi incontrare. Di che natura sono (oggettivi/soggettivi, esogeni/endogeni, etc.)? Che cosa farai quando si presenteranno? E naturalmente metti tutto per iscritto; come ci insegnano saggiamente i nostri avi: verba volant, scripta manent.
5. HAI SOTTOSTIMATO L’OBBIETTIVO
Quanto spesso sbagli a stimare lo sforzo richiesto per arrivare alla meta? Se la risposta è “spesso”, allora c’è da lavorare sul metro di misura per ottenere una soluzione di lungo periodo.
Un metro di misura che non è uguale per tutti. Non per tutti un metro equivale a cinque passi. Per qualcuno è un salto, per altri 10 piccoli passetti, per qualcun altro saranno sufficienti 3 passi.
Così quello che per qualcun altro sembrare una passeggiata, per noi può diventare un’impresa titanica, un buco nero dentro il quale rischiamo di sprofondare sempre più.
Cosa fare (nel breve periodo):
Hai due strade: abbandonare la nave prima di affondare con lei mettendo da parte il tuo progetto, oppure gettare in mare tutto ciò a cui puoi rinunciare per salvare te e la nave. Se hai bisogno di tutte le tue energie per arrivare in fondo a ciò che hai cominciato dovrai sbarazzarti di tutto quello che non è strettamente indispensabile.
Arrivatə fino a qui, hai tutti gli indizi necessari per identificare il o i colpevoli del fallimento del tuo progetto e per correre ai ripari.
Se questi indizi non sono stati sufficienti e vuoi uno sguardo esterno e professionale puoi ricorrere a Happy90, il percorso-pronto-soccorso per situazioni in stallo che hanno bisogno di essere sbloccate o la Mappa per rivedere tutto l’impianto: dalla definizione di quello che vuoi ottenere al piano d’azione per arrivarci.