Qualche tempo fa ho scritto un post sull’emozione che i tedeschi chiamano Torschlusspanik. Letteralmente panico da porta che si chiude. Il termine è stato coniato nel Medioevo, quando i viandanti in arrivo alla città, mollavano tutto lungo la strada per correre dentro le mura della città prima che venissero chiuse per lasciare fuori la cavalleria nemica in avvicinamento.
Potremmo chiamarla anche FOMO (Fear of missing out).
È quella paura che ci fa correre verso una direzione anche se forse non è quella che desideriamo. Ma noi sappiamo cosa vogliamo? O è meglio seguire il gruppo così da non dover pensare?
Sentiamo come una minaccia non fare carriera entro una certa età o non avere dei figli prima che l’orologio biologico scandisca la fine dei giochi oppure ci facciamo prendere dall’ansia di fronte a quell’offerta imperdibile che durerà solo poche ore e poi svanirà per sempre. E tu? Non vorrai sentirti l’unica che si è lasciata scappare l’occasione?
Travolti dalla spinta collettiva, ci lasciamo muovere dal flusso. Nuotare controcorrente non solo è più faticoso ma ci mette nella condizione di essere additati come quella “diversa”, quella che fa di testa sua, che esce dal gruppo.
La pecora nera
Siamo pronte ad andare controcorrente per percorrere la nostra strada?Siamo pronte a prenderci la responsabilità delle nostre scelte?
Quando ti trovi sotto l’effetto gregge è come camminare in un campo minato: vuoi mettere i piedi solo dove li hanno già messi gli altri per essere sicuro di non fare errori. Ma siamo sicuri che sia così?
Il nostro discernimento rimane obnubilato dal polverone sollevato da chi ci troviamo di fianco. Invece, prima di lasciarci prendere dal panico, anzi chiamiamolo con il suo nome, dal Torschlusspanik, dovremmo chiederci cosa vogliamo DAVVERO per noi stessi, a quale desiderio vogliamo consacrare i nostri sforzi. E non importa se si sta per chiudere una porta perché forse non è la porta che fa per noi. Ne abbiamo un’altra, o cento altre che ci aspettano per introdurci in un mondo che non è né più bello, né più scintillante, né più ricco, ma è semplicemente e straordinariamente il mondo adatto a noi.
Si tratta di cambiare prospettiva. Di smettere di guardare il mondo con gli occhi di qualcun altro ma utilizzando le proprie lenti di lettura.
Per cambiare il paradigma di letture ti propongo alcuni spunti di riflessione.
Domande al check in
Quali sono le aspettative che altri hanno su di te che ti stanno influenzando?
Cosa ci guadagni se entri da quella porta, nel breve e nel lungo periodo?
E cosa perdi?
Quali sono i rischi?
Qual è l’ultima volta che hai preso una decisione importante affrettatamente perché sentivi che una porta di stava chiudendo?
Come si è rivelata la situazione dopo aver preso la decisione?
Quali sono gli aspetti che non hai preso in considerazione?
Qual era il giudizio che temevi di ricevere se non avessi deciso di entrare per quella porta?
Ispirazioni extra-ordinarie
Se vuoi approfondire quanto le aspettative degli altri influenzino il nostro modo di agire puoi leggere questi articoli:
How Other People’s Unspoken Expectations Control Us
Who is in charge of your life?
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